Archivi categoria: Convegni
Incontro “La Roma risorgimentale di Cesare Pascarella”
“La lingua della verità” 2022-2023. La letteratura in romanesco da Belli ai giorni nostri – “Il monumento della plebe di Roma”, Giuseppe Gioachino Belli
“La lingua della verità. La letteratura in romanesco da Belli ai giorni nostri”
La lingua della verità. La letteratura in romanesco da G.G.Belli ai giorni nostri
Il giorno 18 gennaio 2023 alle ore 17.00 la Biblioteca Aldo Fabrizi di Roma ospiterà un incontro dedicato al dialetto romanesco e ai suoi poeti a cura del Centro Studi Giuseppe Gioachino Belli. Sarà presente Giulio Vaccaro che parlerà di Smorfie, stuzzichini, storie e leggende romane di Giggi Zanazzo, interverrà Maurizio Mosetti.
Ingresso libero.
«Tra speranza e vecchia sfiducia». Pier Paolo Pasolini, Roma, il dialetto
21 novembre 2022 ore 10:30, Biblioteca Vaccheria Nardi
Il convegno, organizzato dal Centro Studi Gioachino Belli in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Studi Romani, ha l’obiettivo di analizzare – alla luce dei moderni strumenti critici, linguistici e filologici – il rapporto tra Pier Paolo Pasolini e Roma, in particolare nel rapporto con il dialetto. Quest’ultimo rappresenta un elemento strutturale all’interno della produzione pasoliniana, sia nei romanzi e abbozzi, sia per ciò che riguarda la produzione saggistica e cinematografica. Gli interventi spaziano così dalla saggistica alla poesia, dalle sceneggiature agli epistolari, contribuendo a ridefinire un quadro a tutto tondo e lontano dall’oleografismo.
PROGRAMMA Prima Parte: “Pasolini e Roma, Roma in Pasolini” (ore 10,30). Moderatore: Marcello Teodonio
- Fabio Pierangeli, Pasolini davanti al carcere
- Fabrizio Bartucca, Le «canzonette» pasoliniane. Dal “Valzer della toppa” a “Cosa sono le nuvole”: le canzoni, i protagonisti, i luoghi
- Flavia Guidi, “La Divina Mimesis”: la morte del plurilinguismo
PROGRAMMA Seconda Parte: “Pasolini, il romanesco, i dialetti” (ore 15,00). Moderatore: Laura Biancini
- Claudio Giovanardi, Pasolini tra italiano e romanesco
- Kevin De Vecchis, Pier Paolo Pasolini e Cecilia Mangini: due non romani alle prese con il romanesco delle borgate negli anni Cinquanta
- Franco Onorati, Pasolini-Sciascia-Dell’Arco: un ménage à trois all’insegna del romanesco. Genesi de “Il fiore della poesia romanesca” (1952)
- Carolina Marconi, Pasolini-Dell’Arco, un carteggio sofferto
Il fascismo, i dialetti, l’italiano
Dal 19/10/2022 ore 11.00 al 20/10/2022 ore 17.00
Cnr-Isem, sede di Roma
presso l’INSR, Piazza dei cavalieri di Malta, 2
Nei giorni mercoledì 19 e giovedì 20 ottobre 2022 si terrà il Convegno di Studi Il fascismo, i dialetti, l’italiano, promosso dall’Istituto di storia dell’Europa Mediterranea del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Isem), in collaborazione con il Centro Studi Giuseppe Gioachino Belli e l’Istituto Nazionale di Studi Romani.
Nel centesimo anniversario della Marcia su Roma, il Convegno si propone di riflettere sulle politiche del ventennio in relazione alla lingua italiana ed ai dialetti, con particolare riferimento a quattro aree tematiche, che saranno oggetto di altrettante sessioni: La politica linguistica del fascismo (presiedono Marcello Teodonio e Davide Pettinicchio), La politica scolastica del fascismo (presiede Emiliano Picchiorri), Il fascismo e l’Istituto di Studi Romani (presiede Antonio Marchetta) e La letteratura dialettale e le lingue di minoranza durante il fascismo (presiede Gaetano Sabatini, direttore del Cnr-Isem).
Noto è il dibattito animato da Giuseppe Bottai tra il 1934 ed il 1935 sulla rivista «Critica fascista», inteso a definire il rapporto tra la Rivoluzione Fascista e la lingua del Bel Paese, e le influenze esercitate dal nuovo regime sulle trasformazioni nell’uso dell’italiano. Sorge dunque l’urgenza di riflettere sul senso e sui fini della politica linguistica fascista: tensione all’innovazione o spalla autoritaria agli indirizzi conservatori e neopuristici già diffusi? Si aggiunga che il periodo fascista si aprì con la più importante e duratura riforma della scuola nello Stato italiano, quella promossa da Giovanni Gentile: appare dunque parimenti fruttuosa una riflessione scientifica sul modello linguistico adottato durante il Ventennio nelle scuole italiane, sul ruolo della ‘prosa fascista’ nei manuali scolastici dell’epoca e sulle forme che assunse nelle istituzioni educative la tentata eradicazione dei dialetti, che erano di uso abituale per i quattro quinti della popolazione e quasi esclusivo per i due terzi degli italiani. Peraltro, se l’avversione fascista per l’uso dei dialetti è nota, più complesso risultò il rapporto con la letteratura dialettale, strumento tanto di esaltazione del regime quanto di opposizione ad esso.
Il Convegno, curato da Cosimo Burgassi, Davide Pettinicchio, Emiliano Picchiorri, Laura Ricci, Marcello Teodonio e Giulio Vaccaro, si terrà in presenza – presso la sede di Roma del Cnr-Isem (Piazza dei Cavalieri di Malta, 2) – e da remoto, attraverso la piattaforma Microsoft Teams: https://teams.microsoft.com/l/meetup-join/19%3ameeting_NjNlZTQzM2QtNmMyNy00Y2FkLTk2NzQtMDA0NmQ3MzhkOTYx%40thread.v2/0?context=%7b%22Tid%22%3a%2234c64e9f-d27f-4edd-a1f0-1397f0c84f94%22%2c%22Oid%22%3a%228787e221-3e6e-4e62-86bd-b3a8c3d75efd%22%7d.
26 ottobre 2021, secondo incontro – Convegno di Studi “La strada è lunga. Trilussa a 150 anni dalla nascita”
Cari amici,
martedì prossimo 26 ottobre si svolgerà la seconda giornata del convegno che dedichiamo a Trilussa, secondo il programma disponibile al seguente link.
Alla fine delle due sessioni ci sarà una lettura di testi di Trilussa da parte di Stefano Messina (la mattina) e Maurizio Mosetti (il pomeriggio).
Il link per connettersi è https://bit.ly/2ZoXhZq
Grazie a tutti per l’attenzione con cui seguite le nostre iniziative.
Il Presidente del Centro Studi Giuseppe Gioachino Belli
Marcello Teodonio
Convegno di studi “La strada è lunga”. Trilussa a 150 anni dalla nascita: l’uomo, il poeta, il narratore, l’intellettuale, il personaggio
Cari amici,
in occasione del 150° anniversario della nascita di Trilussa, il Centro Studio Giuseppe Gioachino Belli organizza il convegno di studi “La strada è lunga”. Trilussa a 150 anni dalla nascita: l’uomo, il poeta, il narratore, l’intellettuale, il personaggio nelle giornate del 5 e del 26 ottobre 2021.
A causa delle note questioni, si potrà assistere al convegno solo a distanza, in streaming al seguente indirizzo: https://bit.ly/2ZoXhZq
Grazie a tutti dell’attenzione, e a presto incontrarci
Il Presidente del Centro Studi Giuseppe Gioachino Belli
Marcello Teodonio
INFORMAZIONE PER I DOCENTI
La partecipazione al convegno sarà utile come formazione per i docenti per un totale di ore 8 per la prima sessione, e di ore 8 per la seconda sessione. Sarà rilasciato attestato di frequenza valido per gli usi consentiti. Si invitano i docenti a comunicare la loro presenza e a fornire l’elenco degli studenti partecipanti (e a verificarne le presenze durante gli incontri) all’indirizzo: centrostudiggbelli@gmail.com
Anche per gli studenti sarà rilasciato un attestato di partecipazione.
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Centro Studi Giuseppe Gioachino Belli
Istituto Nazionale di Studi Romani
Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”
CLICI Università di Roma “Tor Vergata”
Accademia dell’Arcadia
Istituto di Storia dell’Europa Mediterranea-CNR
CONVEGNO DI STUDI
“La strada è lunga”.
Trilussa a 150 anni dalla nascita: l’uomo, il poeta, il narratore, l’intellettuale, il personaggio
Erano passati dieci anni dall’Unità d’Italia, otto dalla morte di Belli, e soltanto uno dal 20 settembre, quando nacque quello che sarebbe diventato l’assoluto protagonista della poesia in romanesco della prima metà del Novecento, Carlo Alberto Salustri, il quale userà come nome d’arte l’anagramma del proprio cognome. Trilussa nacque da padre nativo di Albano e madre bolognese: è dunque l’espressione di quella enorme trasformazione che Roma stava subendo in quello scorcio di secolo, da piccola capitale di un regno universale sopravvissuta a sé stessa a grande città moderna capitale di un giovane stato. La sua vocazione alla poesia è precocissima sì che già a venti anni diventa non solo il più popolare poeta romano, noto e stracitato anche fuori le mura della ex città santa, ma anche uno dei punti di riferimento di tutti gli scrittori che intanto si andavano affacciando a Roma, per tentare di conquistarla o per esserne conquistati (D’Annunzio), magari per poi prenderne le distanze. Questo ruolo gli venne riconosciuto quasi malgrado lui stesso, ma al tempo stesso egli non fece nulla per toglierselo di dosso: anzi alcune sue abitudini esistenziali (le notti e le osterie, la mancanza di un lavoro stabile, la mai smentita scelta per una vita da scapolo) ne facevano una specie di bohémien sopravvissuto, che peraltro viveva la propria scelta non con l’ostentato sogno alternativo dei poeti maledetti, ma con il disincanto tutto romano di chi vede la propria e altrui esistenza dall’alto di una saggezza superiore. In realtà Trilussa volge il suo sguardo distaccato su tutto, e non c’è individuo (i potenti, i “bottegari”, il popolo, i preti, e lui stesso) o valore (la giustizia e la fratellanza, il progresso e la libertà) che scampi al suo scetticismo che si elabora grazie alla sua notevole perizia di usare il comico nelle più varie sfumature, dal farsesco all’umoristico, dal ridicolo al satirico, andando a scoprire e pungere i difetti che caratterizzano l’uomo di ogni tempo. Due valori però rimangono costantemente praticati e mai irrisi: la condanna della guerra, vero «macello» la cui prima e vera vittima rimane il popolo innocente, e l’esercizio della memoria, operazione peraltro malinconica e non consolatoria, giacché non riscatta ma semmai rende ancor più lontano il presente. E visto che neanche l’aldilà offre prospettive, si coglie quanta desolazione e quanto pirandelliano umorismo ci sia in queste poesie che parlano di animali, di una città tutta interiore, di un’umanità piccola o piccolissima schiacciata inesorabilmente dalla storia: «La strada è lunga, ma er deppiù l’ho fatto: / so dov’arrivo e nun me pijjo pena» (La strada mia).
Il percorso che Trilussa compie (e fa compiere alla poesia in dialetto) va dagli epigoni belliani, Ferretti e Zanazzo, alla cifra “ermetica” e simbolista di dell’Arco, mentre intanto la poesia in lingua da Carducci giungeva a Montale e Caproni attraverso Gozzano e Ungaretti. Che ne fosse consapevole o no, Trilussa trasforma lo statuto della lingua poetica dialettale in una prospettiva molto lontana da quella praticata dal coetaneo e “ottocentesco” Pascarella: la turgida parola romanesca, la “serciata” di Belli, così stancamente imitata dagli epigoni, subiva un processo che la allontanava sempre più dalla dialettalità bassa e la collocava dentro le coordinate della lirica d’arte novecentesca.
Descrizione del convegno
In occasione del 150° anniversario della nascita del celebre poeta romano Carlo Alberto Salustri (26 ottobre 1871- 20 dicembre 1950) meglio conosciuto come Trilussa, il Centro Studi Giuseppe Gioachino Belli organizza un convegno di studi in due giornate per ricordare la figura dell’illustre concittadino romano per rendere omaggio alla sua memoria e ricordare quanto sia ancora attuale la sua opera poetica e letteraria.
Le due giornate, da tenersi nel mese di ottobre 2021, sono organizzate in collaborazione con l’Istituto Nazionale Studi Romani, l’Università di Tor Vergata e l’Accademia dell’Arcadia.
La prima giornata del convegno sarà dedicata all’Archivio Trilussa di cui il Museo di Roma in Trastevere possiede la parte più consistente, circa 10.000 documenti tra fotografie, cartoline, lettere, telegrammi, disegni e una corrispondenza di tipo amministrativo come contratti, fatture ed altro. Altre parti significative dell’Archivio Trilussa sono conservate presso l’Istituto Nazionale degli Studi Romani, a Milano presso la Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, a Bologna presso l’Archivio del regista Alessandro Blasetti, e a Roma presso l’Accademia dei Lincei, e al fondo Ceccarius della Biblioteca Nazionale Centrale. L’intento della sessione è quello di ricomporre idealmente, nella sua interezza, tutto l’Archivio Trilussa attraverso gli interventi dei responsabili delle varie istituzioni, pubbliche e private, che ne conservano i materiali al fine di ottenere una inedita visione d’insieme tra la corrispondenza ricevuta e inviata dal poeta.
Nella seconda giornata saranno approfonditi gli aspetti relativi all’uomo e al poeta Trilussa all’interno del contesto storico nazionale e internazionale, affidando i contributi a docenti universitari, critici letterari, saggisti, storici, che sono oggi i massimi studiosi del poeta.
Convegno di studi virtuale su Trilussa – 16 dicembre 2020
CENTRO STUDI GIUSEPPE GIOACHINO BELLI
Convegno di studi
“La strada è lunga”
Trilussa a 70 anni dalla morte
La seconda fase della produzione poetica di Trilussa
(i sei libri nuovi editi dal 1922 al 1944)
16 dicembre 2020 – ore 15.00
(incontro a distanza su piattaforma Zoom)
Presiede Luca Serianni
Saluto di Letizia Lanzetta – Direttore dell’Istituto Nazionale di Studi Romani
Saluto di Laura Biancini – Vicepresidente del Centro Studi Giuseppe Gioachino Belli
Interventi
Loredana Massaro – Le cose
Davide Pettinicchio – La gente
Giulio Vaccaro – Libro N. 9
Marcello Teodonio – Giove e le bestie
Claudio Costa – Libro muto
Franco Onorati – Acqua e vino – con un contributo di Luigi Giuliani
Il convegno si potrà seguire su piattaforma zoom al seguente indirizzo: https://us02web.zoom.us/j/86448943601?pwd=UzR2cXcrbHNmbkU2MTZvRURocDZRdz09